Vita di Filippo Strozzi, Gentiluomo Fiorentino

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Vita di Filippo Strozzi Gentiluomo Fiorentino

Io haveva in animo consorti nobilissimi di terminare queste debili mie fatiche con la vita del nostro Messer hercole parendomi poiche appresso di voi rinfrescato haveva la memoria di quelli nostri maggiori che di piu chiaro nome mi si erano offerti e soggiunto appresso ce attioni del mio honorando Padre haveva a i comuni et privati oblighi secondo le forze mie sadisf atto confermami in tale proponimento che volendo io piu basso discendere et trattare di chi meco fusse vissuto o vivesse conoscieva gli scritti miei non dovere opere di quella autorita et di quella fede dei su periori potendosi il lettor[e?] piu facilmente suadere che io da particulari passioni indotto fossi per esaltare o per deprimere virtu et i vizzi fuori del ragionevole d'altra parte considerando meco medesimo quali infino al presente giorno sieno state le opere di mio fretto non trovo (se il fraterno amore non me_^^ne inganna) che le habbiano arrecato manco di splendore e di grandezza alla nostra famiglia che quelle di qualsiv oglia altri de sopradetti: Onde mi saria passo fare troppa notabile ingiuria e a lu et a voi, il rimettera alla descrezione de posteri oltre al dovere molte volte negligenti, come per lo esempio de nostri medesi^mi veggiamo la recordazione delle cose sue. Ne sarebbe forse ancora mancato chi (defraudarlo io delle sue meritate lodi) a una malignia

invidia

invidia cio havessi attribuito. oltre che niuno potria mai con quella verita scriverne come per avventura faró io consapevole et partecipe interamente, non solo delle pratiche, et delli offerti, ma delle cagioni ancora, et intrinsichi consigli suoi, havendo molti particulari ritratto da lui stesso. ?? non di maraviglia alcuno della lunghezza del mio scrivere perche sapendo il tutto non mi pareva dovere mancare di riferirlo distintamente Ardiro ben dire che nella sua vita sono state tante e tali cose e di varie e di nuove che non recheianno fastidio niuno á i lettori piacesse á Dio che gli huomini fussero più desiderosi di scrivere le cose á loro presenti che le passate per che senza alcuna dubbio leggeremo le historie molto piú cérte, e vere che non facciamo, ma il timore che gli scritti hanno di non offendere i vivi e di non essere tenuti adulatori sono le cagoni di questo inconveniente. per le quali tutte cose mi sono mosso farvene questa memo^ria

Nacque Filippo di Filippo Strozzi in Firenze M · quattrocento ottantotto, et fu nominato al Battesimo Giovanni Battista ma morendo il Padre di poi nel novantu^m piacque á Madonn^a Selvaggia Gianfigliazzi sua madre, sotto la cui tutela et governo resto per rénovare la memoria del defunto suo marito chiamarlo col nome pate[r]no Filippo fu da lei molto teneramente amato, et con molta cura, et diligenzia

custodito

custodito, riconoscendo, in lui oltre al nome l'effigie del carissimo consorte, et come prima poté ricévere disciplina gli fece da precettori domestici dare principii di lettere latine, et trovando che oltre al commún uso de fanciulli, più del leggere che di altro puerile piacere si dilettava e piu che gli anni suoi non conveniva in esse faceva profitto, non curo di sollecitarlo altrimenti alli studi quelle. ma essendo egli dimolto leggiadio e grazioso aspetto, et essa cupida e curiosa della onesta di figli[???], ricerco sempre ne suoi precettiori piu, i costumi che la eruditione donde Filip po di poi piu volte, havendo due fratelli maggiori Alfonso et Lorenzo, [??] dolce con Lorenzo come quello che era della medesi^ma madre nato, del tempo in sua gioventu perduto, sotto persone pocho atto a disciplinarlo, e scusando la madre come Donn^a, che incosa fuori d'ogni sua intelligentsia fosse costretta alli altrui giudicii trasportarsi. Ma come prima usci per la eta della materna cura e che per se stesso potesse eleggere precettore e di nelle latine lettere Maestro Marcello de Vigillii e nelle greche fra Zanobi Acciaioli luno e l'altro nella sua facultà eccellente Apparva insieme in lui humanita con li pari, e reverenzia con i maggiori, e in ogni suo detto e fatto notabile modestia tal che essendo ornáto di nobilta, bellezza, lettoore, e costumi

et costumi, e vedendosi universalment^e, che di richezza ogn altro della sua patria accedesse, era senza disputa in maggior considerazione, che niuno altro della Citta nostra. Di qui avveniva che la madre di continuo era molestata di darli moglie, ne restava in dietro fanciulla qualificata alcuna, che con honorate conditioni offerta non le fusse. Rimasono di Piero figliuolo del magnifi^co Lorenzo de Medici duoi figliuoli, Lorenzo, che fu poi Duca di Urbino, e una femmina chiamata Clarice e passando nel 94 Carlo ottavo Re di Franca per la Toscana contro al secondo Re Alfonso di Napoli con chi Piero haveva congiunte le sue armi la citta nostra recupero la libertà, e Piero che l'haveva occupata ne fú fatto ribello. Donde la Alfonsina sua consorte, nata del nobilissimo sangue degli Orsini volendo ancora renergli in esilio fidel' compagnia le fu bisognio, che con i due figliolietti di Firenze partisse

Et sopravenendo nel 1503. la morte del'marito che nella foce del'Gargliano sendo al'servitio de Frances annegó · et va benche giovane et bella fussi si resolve non abbandonase nella avversa fortuna, i suoi figlioli Cosi in Roma con loro ridonasi sotto la protezione di Giovanni Cardinale de Medici, fratello carnale del' suo marito attese quietament^e, e con buona disciplina à nutrirli, e ritrovandosi gia la figliuola habile

al'marito